Notizie: |
|
Origini |
Storia |
Tracciolino |
Tradizioni |
Scorci Plautesi |
Come Eravamo |
Forum |
Guestbook |
Itinerario |
Utility Emigrati |
News Locali |
Links |
|
Riportiamo l'intervento
conclusivo di Anita Monti , voce narrante della
manifestazione, dedicato alla sua Tata plautese, che ha creato
un'atmosfera di generale commozione in quanti conobbero Nunziata,
ed ebbero modo di apprezzarne le elevate virtù umane e morali.
Più che un intervento improntato al ricordo della persona è stato un vero
e proprio atto di amore verso la sua Tata e verso la contrada che la vide nascere.
Grazie Anita.
La mia tata si chiamava
Nunziata Iannucci. E’ stata la nonna che non ho avuto. Non mi ha mai chiamato
per nome: solo “ s’gnrì ”.
Era nata in un posto quasi inaccessibile, selvaggio e affascinante: una gola
dove si incontrano due monti, l’uno fitto di vegetazione, l’altro brullo ed
impervio, adatto solo alle capre.
Era una timorata di Dio e in gioventu’ doveva aver fatto voto di castità.
Vestiva abiti dimessi e, nonostante mia madre si affannasse a pregarla di
indossare un golfino meno rammentato, lei non mutava la sue consuetudini.
Così, ogni mattina, si faceva trovare in cucina con il suo cardigan
rosso-bordò sul quale le sovrapposizioni di rammenti avevano formato delle
strane protuberanze che al tatto risultavano ruvide e pruriginose. Il suo
cardigan, motivo di tanta angustia per mia madre, era, per me ed i miei
fratelli, fonte di inesauribile curiosità.
Le poche volte che ci fu concesso di scrutarne il rovescio, vi scoprimmo
alcune decine di spilla da balia che tenevano ben fissate altrettante decine
di medagliette raffiguranti madonne di svariata provenienza e un esercito di
santi da far invidia ad un collezionista. Di ogni santo narrava la storia
nella quale facevano l’apparizione diavoli tentatori, fiamme dell’inferno,
quando andava bene del Purgatorio, voti di vergini, promesse di castità
perpetua.
Quando era particolarmente ispirata i suoi racconti si popolavano dei
minacciosi briganti che dovevano aver infestato la sua terra. La suspens
raggiungeva l’apice quando i temibili protagonisti chiedevano sacrifici di
bambini per impossessarsi di tesori nascosti in monasteri o in qualche
recondita caverna. Così, quando noi , con il fiato mozzato, stavamo per cedere
alla paura, giungeva, salvifica, la punizione divina che faceva saltare in
aria i briganti, i bambini ed il monastero e noi, sconsolati, insoddisfatti,
continuavamo a chiedere dove fossero finiti il tesoro e i malcapitati che
tentavano di impossessarsene. Il finale non era sempre coerente, ma si
arricchiva ogni volta di nuovi e sorprendenti particolari.
Nunziata allora chiedeva di baciare tutte le sue madonnine e ci strappava la
solenne promessa di castità perpetua, o patteggiando, concedeva, semmai
avessimo ceduto alle passioni, una volta cresciuti, un sol Dio e un sol
marito o una sola mogliettina.
Nunziata è morta a ottantuno anni nella sua casa di Plauto.
Quel giorno ha indossato l’abito da sposa.