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La Polenta


Ingredienti: Farina gialla di mais e acqua

Si metteva il Paiolo “gl’ cuttrigl’” sul fuoco e quando l’acqua raggiungeva l’ebollizione si iniziava a versare la farina stando ben attenti che non si formassero grumi, intanto si girava contemporaneamente il tutto con un mattarello. Poco prima di raggiungere la cottura ottimale si versavano dei fagioli cotti in precedenza, poi si versava alla “scifa” in uno strato il più possibile sottile.
Si condiva poi a seconda delle disponibilità del momento, spesso con verdure ripassate in padella più raramente con sugo nel quale fosse ” passat' gl' puorc'”.




La Minestra


La minestra era una delle pietanze base dell’alimentazione, in funzione del periodo dell’anno potevano variare alcuni componenti soprattutto di natura vegetale quali i fagioli, i ceci le fave, foglie di rape, cavolfiore cappuccio; quando disponibili si facevano cuocere insieme alle verdure e legumi le parti meno nobili del maiale quali il piede, le orecchie, la coda, l’osso del prosciutto più raramente le salsicce.

Metodo di Preparazione:
Si ponevano gli ingredienti disponibili in una pignata che si metteva al fuoco. Intanto in una “Spasa” si disponevano fette e “canticchi” di pane preferibilmente raffermo.
Ultimata la cottura si versava il contenuto della “pignata” sopra il pane, si incoperchiava, si avvolgeva il tutto in un “mantile” e si consumava non prima che fosse trascorsa mezz’ora per fa sì che il pane potesse imbeversi ed insaporirsi.





Sagna e Fagioli



Ingredienti: Farina, acqua, fagioli precedentemente cotti.

Si impastava la farina con acqua e si spianava il tutto con il mattarello; si tagliava quindi la sfoglia a strisce più o meno larghe a seconda dei gusti della massaia, quindi si portavano a cottura.
In un tegame a parte, ai fagioli precedentemente cotti si aggiungevano dei pomodori o la conserva e poi si univa il tutto, e sempre a seconda dei gusti della famiglia, la pietanza poteva risultare più o meno brodosa.





Le Pizze Cionce


Ingredienti: farina, acqua, un filo d’olio.

Era ed è una pietanza veloce e gustosa si faceva una pastella con farina ed acqua piuttosto liquida.
Sulla fiamma si poneva una padella con appena un filo d’olio, si dosava poi una piccola quantità dell’impasto stando attenti che si spargesse uniformemente sul fondo della padella, si lasciava cuocere da un lato dopodiché si rivoltava; dopo qualche istante era bell’e pronta da gustare.





L’ Uttacciol’



Ingredienti: farina, acqua, lievito – cavolfiore lesso – baccalà

La pasta lievitata veniva dosata con un cucchiaio, all’interno si metteva del cavolfiore o del baccalà e si poneva in una padella ricolma di olio bollente dopo qualche istante si poteva gustare una squisita frittella.
Principalmente questa leccornia veniva preparata la vigilia di Natale.




Gli abitanti di tutte le contrade di Casalvieri, venivano contraddistinti un tempo, in base a qualche loro abitudine; i plautesi venivano indicati quali consumatori di lumache una volta molto abbondanti nella nostra zona, per cui ci era stato affibbiato l’appellativo di “Ciammar’-cher’”, non può quindi mancare una ricetta a base di questo gustoso gasteropode.



Ciammaruch' in guazzetto


Dopo aver raccolto le lumache è necessario tenerle per lungo periodo (almeno un mese) coperchiate sotto un cesto di vimini in modo tale da consentire loro di pulirsi gli intestini, vanno poi spostate continuamente per evitare che si nutrano dei loro rifiuti.

Vanno poi lavate con aceto, quindi lessate.
Si procede inoltre ad estrarle dal guscio con uno stuzzicadenti avendo l’accortezza di rimuovere l’ultimo tratto dell’intestino.
Nel frattempo in una terrina “la tianella” avremo fatto imbiondire la cipolla nell’olio, aggiunto concentrato di pomodoro, qualche foglia di menta, rosmarino e peperoncino; si uniscono quindi le lumache sgusciate e dopo circa 30 minuti di cottura siamo pronti a gustare un piatto veramente unico.




Ciammaruch' fritt'


Una volta lessate ed estratte dal guscio le lumache, vanno passate alla farina e poste in una “frssora” e fritte in abbondante olio. Appena assumono un colore dorato vanno poste in uno scolapasta per consentire all’olio di sgocciolare, quindi si possono consumare.